Immersa nella quieta campagna del Monferrato l’abbazia di S. Giustina, di origini longobarde, si presenta oggi nella veste sobria e severa acquisita nell’XI secolo, con la facciata in cotto illeggiadrito da un coronamento di archetti pensili che prosegue lungo il fianco meridionale. L’interno, spoglio e solenne, è animato nell’abside centrale da un Giudizio Universale affollato da personaggi dipinti da un pittore trecentesco di vena popolare, mentre le sottostanti scene della Passione rimandano a una pittura più raffinata di gusto gotico-cortese. Emblematica è la figura che compare all’estrema destra della fascia dipinta, forse un santo o forse il vescovo-abate committente del ciclo affrescato. Al tempo del fondatore longobardo Liutprando si fa invece risalire la bellissima cripta che si apre sotto il presbiterio, scandita da esili colonne che poggiano su un raffinato pavimento a mosaico a tessere bianche e nere.