Al santuario, celebre per lo straordinario panorama sul lago, si giunge deviando in breve dalla provinciale all’altezza del bivio di Leggiuno; una bella scalinata vi scende (circa 10 minuti) dal piazzale del parcheggio (munito anche di ascensore) o vi sale dal lago. All’origine dell’eremo la tradizione indica il beato Alberto Besozzi, ricco mercante che vi si sarebbe rifugiato in meditazione e preghiera alla fine del XII secolo. È certo che nel ’200 vi si installò una piccola comunità di Domenicani. Nel 1314 i frati milanesi di S. Ambrogio ad Nemus, loro subentrati, racchiusero le tre cappelle sorte sul luogo in un unico edificio. Nonostante la posizione angusta e scoscesa, il complesso fu a più riprese ampliato e arricchito, soprattutto dopo la scoperta del corpo intatto del beato Alberto che ne diffuse il culto, incoraggiato da san Carlo Borromeo. Oggi, dopo complessi restauri, è affidato alle cure di monaci benedettini. Spiccano tra le opere d’arte interne gli affreschi trecenteschi della sala capitolare e della cappella di S. Nicola.