Di fondazione trecentesca, fu ristrutturata nei secoli XVII-XIX; nel convento annesso è conservata una splendida Cena in Emmaus di Alessandro Magnasco. Sul retro del complesso conventuale si apre l’alberata piazza Leopardi, rimasta fino al secolo XIX “prato pubblico” (da cui prende il nome l'attigua chiesa di S. Maria del Prato).