Vico delle Mele, via della Lepre, piazzetta delle Oche. Insieme al titolo della collegiata e dell’omonima piazza, tanti toponimi ricordano uno scorcio di campagna che lasciò spazio alla città nel secolo X-XI.<br>Data al 981, infatti, la fondazione del tempio: a testimoniarne tale fase resta il solo campanile, con bifore, pentafore e cuspide a pianta ottagonale, impostato su un arco fra il chiostro e il fianco sinistro della chiesa, completamente ristrutturata, per mano di Daniele Casella, intorno al 1640; la facciata, di gusto neoclassico, venne ultimata nel 1842. Fatta eccezione per la tomba Incisa-Vivaldi (1304), posta sotto l’arco del campanile, non resta alcuna traccia del cimitero annesso alla collegiata medievale, della quale la chiesa moderna conserva l’impostazione basilicale. L’apparato decorativo presenta il momento di maggiore rilievo nell’affresco (Gloria di Maria) sulla volta del presbiterio, eseguito da Lazzaro Tavarone (1612); è attribuita a Taddeo di Bartolo la tavoletta tardotrecentesca (Madonna) posta sopra la cappella in fondo alla navata destra.