È la chiesa più interessante del periodo angioino in Calabria. Venne fatta costruire da Filippo Sangineto, sul posto della chiesetta normanna di S. Maria dei Franchi. La costruzione fu ultimata nel 1380. Quando nel 1377 si estinse la linea maschile del Sangineto, la contea con il patronato su S. Maria della Consolazione passò ai Sanseverino, i quali l'ampliarono. Nel 1443 la chiesa passò ai Domenicani, che vi fondarono un monastero. Questo fiorì al punto da richiedere nel sec. XVI una nuova costruzione a due piani, dotata di chiostro. Da allora l'esterno non subì più modifiche. La chiesa era in origine a unica navata con transetto molto sporgente e coro di derivazione cistercense. La facciata nel complesso ha conservato le linee originarie: è fiancheggiata da due contrafforti e divisa in due zone da un cornicione orizzontale. Non si conosce l'origine della minuscola Madonna col Bambino, mutila e corrosa nel centro del timpano; al disopra, stemma con fascia orizzontale (dei Sangineto o dei Sanseverino). Il portale ha dato luogo a due datazioni: c'è chi lo ritiene opera di artisti senesi dell'epoca della fondazione; altri lo ritengono un tipico esempio di gotico durazzesco risalente al sec. XV. I battenti in legno della porta sono del 1580 e i ricchi intagli sono di artigianato artistico locale. Il rosone, forse contemporaneo al portale, è composto da 16 colonnine che sorreggono archi trilobi iscritti in archi acuti con rosette negli interstizi. Il rosone attuale è un rifacimento recente; l'originale, molto deteriorato, è conservato in un locale attiguo alla chiesa. Il campanile, con elegante finestra bifora, è opera di maestranze calabresi della prima metà del sec. XIV. Nel fianco sin., due contrafforti con doccioni zoomorfi. L'interno della chiesa, modificato tra il sec. XVI e l'inizio del XVIII con l'apertura di archi lungo i lati e la trasformazione dell'arco trionfale da ogivale a tutto sesto, è a una navata con cappelle laterali rimaneggiate nel '600 in forme barocche. I restauri hanno rivelato elementi originali del sec. XIV. A d. dell'ingresso è il portale di accesso alla cappella del Battistero, ad arco acuto sui pilastri sormontato da architrave con decorazioni a stucco dei sec. XV-XVI; in una parete della cappella, lastra tombale con guerriero giacente, di ignoto napoletano del sec. XIV. Nell'abside rettangolare, lungo le pareti, elementi di coro ligneo del '600; al centro della parete di fondo, sepolcro di Filippo Sangineto, di ignoto napoletano seguace di Tino da Camaino, eretto tra il 1352 e il 1377. Vi sono raffigurate le tre virtù teologali che sorreggono il sarcofago: sul fronte e sui lati di esso, i Ss. Andrea, Maddalena, Pietro, Giorgio, Paolo, santo martire, Antonio abate, Ladislao d'Ungheria e Stefano; sul sarcofago è la figura giacente del defunto con due angeli reggicortine; sopra il timpano, statue della Madonna col Bambino tra S. Giovanni Battista e santo vescovo che presentano due devoti. A d. dell'altar maggiore, campana fusa da Cosma di Laurino (1336). A sin. del presbiterio, nella cappella di S. Michele, altare in legno scolpito e dorato del 1718; nella nicchia, S. Michele arcangelo, statua lignea della stessa epoca; sul fastigio, stemma dei Sanseverino e sul paliotto, stemma dei Domenicani. Nel pavimento davanti all'altar maggiore, lastra tombale di Cobella Ruffo (1447), con figura femminile giacente e ai lati stemmi dei Ruffo-Sanseverino.