La più importante tra le derivazioni romane del tempio del Gesù, fu iniziata nel 1591 su progetto di Pietro Paolo Olivieri, e ripresa nel 1608 con la direzione di Carlo Maderno, che impresse un maggiore sviluppo verticale sia all'interno sia all'esterno; la consacrazione avvenne ormai nel 1650. La facciata fu eseguita nel 1656-65 da Carlo Rainaldi, assistito da Carlo Fontana, che si attenne al progetto del Maderno accentuandone però l'aspetto plastico-decorativo nelle colonne corinzie, nelle spezzature delle trabeazioni e dei timpani e nella geniale soluzione in alternativa alle volute di raccordo. La slanciata cupola del Maderno (1622), la più alta di Roma dopo quella di S. Pietro, è su tamburo ottagonale; ai capitelli del lanternino lavorò nel 1621 Francesco Borromini. La distribuzione dell'interno, impostato dall'Olivieri, è analoga a quella del Gesù: maggiori sono lo sviluppo verticale e la sporgenza del transetto. Nella cupola del Maderno, la straordinaria Gloria del Paradiso, affresco del Lanfranco (1625-28) condotto a gara col Domenichino, autore degli evangelisti (1621-28) nei pennacchi. Il presbiterio e l'abside costituiscono uno dei più alti esempi di decorazione barocca a Roma: le spartizioni a stucchi dorati, opera giovanile di Alessandro Algardi, incorniciano nel sottarco e nel catino gli affreschi del Domenichino (1623-28) con storie di S. Andrea; nella curva dell'abside, la Crocifissione, il Martirio e la Sepoltura di S. Andrea di Mattia Preti (1650-51). Nella 2ª cappella a sinistra, costruita a inizi '600, sulla parete sin., la tomba di monsignor Giovanni Della Casa (morto nel 1556), noto autore del «Galateo», con dipinti del Pomarancio (resta il deperito affresco della cupola). Alla costruzione dell'annesso convento dei Teatini, iniziato nel 1602, parteciparono Girolamo Rainaldi e Paolo Marucelli.