La grande chiesa – in città seconda per proporzioni soltanto al Duomo – apparteneva al convento dei Canonici Lateranensi, fondato in epoca sforzesca. S. Maria della Passione fu iniziata nel 1486 su impianto a croce greca, e completata con l’alta cupola da Cristoforo Lombardo nel 1530. Dopo il 1573 fu trasformata a croce latina, e raggiunse l’aspetto attuale fra 1692 e 1729, quando fu costruita la facciata a rilievi. All’interno si trova un corredo pittorico assai ricco, e omogeneamente correlato al tema della Passione di Cristo. Ai pilastri della navata e del vasto ottagono della cupola si notano dipinti di Daniele Crespi, autore anche delle ante dell’organo (nel nicchione sinistro del presbiterio) e del Digiuno di S. Carlo Borromeo nella prima cappella di sinistra. Nel transetto di destra si trova un Compianto (1520 circa) di Bernardino Ferrari; nel transetto sinistro un’Ultima cena (1543) di Gaudenzio Ferrari, con originale scorcio prospettico, e, nella parete a fianco, una Crocefissione (1560) di Giulio Campi. La Sala capitolare conserva un monumentale ciclo di affreschi e tavole (1510-1515 circa) del Bergognone. I due grandi organi sono da alcuni anni protagonisti di interessanti concerti di musica liturgica.