La tradizione vuole che la cattedrale – dedicata a san Martino – sia stata fondata nel sesto secolo da san Frediano, allora vescovo di Lucca e poi suo patrono.<br>La chiesa fu ricostruita più volte. Prese il suo assetto attuale con il rifacimento dell’undicesimo secolo, quando aveva accanto un ospedale patrocinato da Beatrice, madre di Matilde di Canossa.<br>La facciata, di stile romanico, risale alla fine del dodicesimo secolo. L’ampio portico è sormontato da tre ordini di loggette, caratterizzate dalla varietà di forme e colori delle colonne – ora scolpite a rilievo, ora a tarsia – terminate da Guidetto da Como nel 1204.<br>Le decorazioni scultoree dei portali sono anch’esse opera di maestri lombardi del ’200. Nella lunetta del portale centrale si notano un Redentore in mandorla portato da due angeli e, sulla destra, Storie di S. Martino e I lavori dei dodici mesi dell’anno. Nel portale di destra, l’architrave ha un Incontro di Regolo con i goti ariani e, nella lunetta, una Decapitazione di S. Regolo. Nel portale di sinistra, l’architrave presenta un’Annunciazione, un Presepio e un’Adorazione dei Magi e, nella lunetta, una Deposizione, opere attribuite a Nicola Pisano.<br>Il campanile, di foggia lombarda, fu terminato nel ’200. I fianchi della chiesa, scanditi da contrafforti, e l’abside, di derivazione pisana, sono trecenteschi.<br>L’interno, a tre navate con transetto sporgente, fu completamente rinnovato a partire dal 1372. Sulla facciata interna, a destra, si trova il gruppo scultoreo che era in origine sulla facciata: S. Martino a cavallo e il mendico, capolavoro di ignoto maestro lombardo del primo ’200.<br>Una porta nella navata destra dà accesso alla sagrestia, dove è ora collocata la straordinaria tomba di Ilaria Del Carretto – moglie giovinetta di Paolo Guinigi, morta nel 1405 – celeberrimo capolavoro di Jacopo della Quercia. All’altare della sagrestia, Madonna e Santi di Domenico Ghirlandaio e aiuti.<br>Sono molto notevoli, nella chiesa, due opere di Matteo Civitali: l’altare di S. Regolo (1484) nella cappella al transetto destro e, al centro della navata sinistra, il tempietto del Volto Santo (1482-1484) in marmo bianco di Carrara e specchi di porfido rosso.<br>Nel tempietto del Volto Santo è venerato un crocifisso ligneo, copia dell’undicesimo-tredicesimo secolo di un crocifisso più antico di provenienza orientale (come denuncia il lungo abito che riveste il Cristo). La tradizione vuole che l’originale fosse stato scolpito in Terrasanta dal fariseo Nicodemo, e che nell’ottavo secolo fosse arrivato nel mare di fronte a Luni su una nave senza marinai, che nessuno riusciva a portare a riva. Il vescovo di Lucca, si racconta, ci riuscì.<br>Alle spalle del Duomo, l’oratorio di S. Maria della Rosa, costruito nel 1309 e ampliato nel 1333, si appoggia a un tratto delle mura romane. Si venera qui l’immagine trecentesca della Madonna della Rosa, così detta dai fiori che tiene in mano.