Il piccolo oratorio, completamente in marmo, deve il proprio nome a una reliquia – una spina che la tradizione vuole facesse parte della corona di Cristo – qui custodita a partire dal 1333. Fu costruito sul letto del fiume nel 1230, e ampliato da Lupo di Francesco nel 1325.<br>I continui danni delle inondazioni resero però pericolante S. Maria della Spina, che fra 1871 e 1884 fu smontata e ricollocata nella sede attuale. L’operazione comportò alcune perdite nel rivestimento.<br>La decorazione è fra i massimi esempi del genere nel ’300 italiano, con uno straordinario coronamento di guglie, cuspidi, pinnacoli, edicole, sculture, probabile opera di seguaci di Giovanni Pisano e della bottega di Andrea Pisano e del figlio Nino. Dopo il restauro del 1996 le sculture furono sostituite da copie; gli originali si trovano nel Museo nazionale di S. Matteo.<br>All’interno, a navata unica, con soffitto a capriate rettangolare e tre archi che separano il presbiterio, sono notevoli una Madonna col Bambino (detta della Rosa) e le statue di S. Pietro e di S. Giovanni Battista che compongono uno straordinario trittico di Andrea e Nino Pisano (1345-1349).<br>La spina venerata (ora in S. Chiara) era conservata nel piccolo tabernacolo (1534) di Stagio Stagi.