Più di mille anni da Cattedrale: fondata nel secolo IX, fu preferita a S. Siro perché racchiusa nella prima cinta muraria. All’inizio del secolo XII ne fu avviata una ricostruzione in stile romanico: testimoniano tale fase, rimasta incompiuta, i due portali laterali, detti rispettivamente di S. Giovanni Battista – accanto al battistero – e di S. Gottardo, affacciato su via S. Lorenzo. Il Duomo cominciò ad assumere l’aspetto odierno, prevalentemente gotico, nei primi decenni del ’200, con la realizzazione, da parte di maestranze normanne, del primo ordine della facciata, caratterizzata dal motivo a strisce orizzontali bianche e nere assai comune nell’area tirrenica. A tale periodo risalgono anche i due leoni stilofori e il cosiddetto arrotino, in realtà una figura di santo con meridiana. Verso la fine del secolo venne ultimato il secondo livello della fronte, con bifore; l’ordine superiore, ornato da polifore e dal rosone, sarebbe stato aggiunto nel ’400, così come la loggia della torre sinistra. Il secolo XVI vide il completamento del campanile e la costruzione della cupola, progettata da Galeazzo Alessi, mentre nel 1840, conseguentemente all’apertura di via S. Lorenzo e all’abbassamento di livello della piazza, fu aggiunta la scalinata, cui fanno cornice due leoni a firma di Carlo Rubatto.<br>L’interno, a tre navate, presenta sulla controfacciata un notevole affresco del primo ’300 (Giudizio Universale e Glorificazione della Vergine). Nella navata sinistra, subito dopo l’ingresso al battistero, si apre la cappella di S. Giovanni Battista, con un raffinato frontale eseguito nel 1451 da Domenico ed Elia Gagini; si devono invece a Matteo Civitali e Andrea Sansovino le statue al suo interno, che accoglie anche l’urna delle presunte ceneri del santo (inizio secolo XIII). In fondo alla navata, la cappella Lercari è ornata da affreschi a firma di Giovanni Battista Castello (Assunta, Incoronazione di Maria, santi e profeti) e Luca Cambiaso (Sposalizio della Vergine, Presentazione di Gesù al tempio), datati 1565-69. Nella navata destra si segnala, oltre a un proiettile d’artiglieria caduto nella Cattedrale – e rimasto inesploso – durante un bombardamento del 1941, una pala (Crocifisso con Maria, Giovanni e S. Sebastiano) dipinta nel 1597 da Federico Barocci, custodita nella cappella Senarega. Degni di nota sono anche il coro ligneo, cui lavorarono Anselmo de’ Fornari, Gian Michele Pantaloni e Francesco Zambelli (1514-46), e gli affreschi sul catino absidale e nella volta (S. Lorenzo che indica nei poveri il tesoro della Chiesa e Martirio del santo), eseguiti nel 1622-24 da Lazzaro Tavarone.<br>Attraversando la sagrestia (ingresso a sinistra del presbiterio), si accede al Museo del Tesoro.