Mercato del grano: questa era la funzione della loggia edificata nel 1284 da Arnolfo di Cambio, ma distrutta da un incendio nel 1304. Rinacque più grande, tra 1337 e 1349, e fu definitivamente trasformata tra 1367 e 1380: due nuovi piani, scanditi da grandi bifore, furono destinati a magazzini del grano, mentre il pianterreno, dove si chiusero le grandi arcate e si aprì invece per l’illuminazione una serie di trifore dal finissimo ornato, divenne Orsanmichele (ossia S. Michele in Orto), la chiesa delle Arti Liberali che stavano facendo la fortuna della Firenze comunale.<br>La Signoria impose poi alle corporazioni cittadine di ornare tutti i prospetti dell’imponente struttura con tabernacoli dove inserire statue dei rispettivi santi patroni, eseguite dai maggiori artisti operanti a Firenze nel ’400 e nel ’500.<br>Spostati gran parte degli originali al sicuro nel Museo di Orsanmichele (ai piani superiori dell’edificio), nelle nicchie trovano posto le copie di veri capolavori.<br>Eccoli, procedendo da via dei Calzaiuoli, dall’angolo sinistro: tabernacolo dell’Arte di Calìmala (mercanti di drappi), con statua di S. Giovanni Battista di Lorenzo Ghiberti realizzata fra 1412 e 1416 in stile ancora gotico; in via Orsanmichele, tabernacolo dei Beccai con S. Pietro (1408-1413), marmo attribuito a Brunelleschi, tabernacolo dei Corazzai con S. Giorgio e bassorilievo con S. Giorgio che libera la principessa, capolavori di Donatello (custoditi al Bargello); in via dell’Arte della Lana, tabernacolo dell’Arte del Cambio con statua in bronzo di S. Matteo di Ghiberti (1419-1422), autore anche del S. Stefano (1482) nel tabernacolo dei Lanaiuoli; in via de’ Lamberti, tabernacolo dei Linaioli, Rigattieri e Sarti con S. Marco, lavoro giovanile di Donatello, e tabernacolo dei Setaiuoli e degli Orafi con S. Giovanni evangelista di Baccio da Montelupo (1515).<br>L’interno della chiesa è diviso in due navate da pilastri quadrati (i due verso via Orsanmichele vuoti per lo scarico delle granaglie dai piani superiori) con archi a tutto sesto e volte a crociera e decorati con affreschi di fine ’300.<br>Chiude la navata destra l’ornatissimo tabernacolo (1355-1359) di Andrea Orcagna, in marmo e decori in vetro colorato, capolavoro del gotico fiorentino: il basamento è ornato da formelle marmoree con Virtù e storie di Maria, il retro dal grande rilievo della Morte e Assunzione della Vergine (1359). La struttura ha la funzione di baldacchino per la Madonna delle Grazie (1347), tavola di Bernardo Daddi.