Eretta tra il 1339 e il 1345, la chiesa fu completata nel secolo successivo e trasformata nel 1553-59 con la realizzazione delle volte in muratura. La monumentale facciata gotica in cotto, tripartita da semicolonne, è aperta da rosoni e coronata da una loggetta; il campanile è del 1461. Ricco l’apparato iconografico interno. Nella prima cappella della navata destra si ammira una pala d’altare con una Deposizione del Malosso (1559); nella seconda, scenografici episodi della Passione in stucco (Giovanni Battista Barbarini, 1666); nella volta della terza, la cappella Cavalcabò, spicca un raffinato ciclo d’affreschi di Bonifacio Bembo e aiuti (1447 circa), alta espressione della pittura tardogotica lombarda. Nel 4° pilastro della navata mediana è inserita un’acquasantiera con un bassorilievo marmoreo trecentesco di Bonino da Campione (un’altra, sormontata da una Pietà, si trova all’ultimo pilastro della navata sinistra). Al 2° altare successivo si segnala una tavola del Perugino (Madonna in trono e santi, 1494), tra le prime opere rinascimentali a giungere in città (con profondo influsso sulla pittura locale). Chiude la navata la cappella del SS. Sacramento, che conserva sulle pareti e sulla volta affreschi quattrocenteschi di Giovan Pietro da Cemmo. Nel presbiterio, la pala dell’altare maggiore raffigura il Redentore compresso sotto il torchio (1594) di Andrea Mainardi.