Un’istituzione di pregio culturale sistemata in una casa ottocentesca con il loggiato (sa lolla), l’acciottolato del cortile (s’impedrau), il pozzo e le stalle. Espone i preziosi reperti venuti alla luce nella necropoli punica e romana di Monte Luna, dove tombe a pozzo e a fossa hanno restituito anfore a fasce dipinte, brocche a bocca trilobata, piatti, lucerne, coppe, monete dei secoli IV e III a.C., anelli e pendenti in oro con scarabei incastonati, orecchini, collane, bracciali, rasoi in bronzo. Non lontano dalla necropoli, a Santu Teru, sono stati individuati anche i resti dell’abitato cui appartengono quasi certamente i corredi funerari. Gli insediamenti sono stati inseriti nel Parco archeologico di Monte Luna (2 km circa a sud-est dell’abitato), all’interno del quale sorge un complesso ricettivo con una saletta didattico-espositiva. È lo stesso museo a ricordare che Monte Luna ha conosciuto insediamenti anche più antichi di quello punico, come dimostrano i frammenti di ceramica decorata, le lame e le cuspidi in ossidiana databili al IV millennio a.C. Comunità neolitiche erano ben presenti, però, anche in altre aree del territorio di Senorbì: dalla località Sa Turriga proviene il più grande ed elegante degli idoli sardi di dea madre, una statuina di oltre 42 cm d’altezza, di tipo cicladico (ora al Museo archeologico nazionale di Cagliari).