Situato sul colle di S. Onofrio, in via Mereu, e aperto al pubblico dal 1976, custodisce la più ricca documentazione del patrimonio etnografico della Sardegna. Ad accrescerne il fascino è il complesso di edifici in cui si articola, disegnati dall’architetto Antonio Simon e concepiti per riprodurre la struttura di un villaggio sardo nel quale sono aggregate le caratteristiche architettoniche peculiari dei diversi centri isolani. Il museo conserva oggi, ripartiti in sette sezioni, oltre 8000 pezzi risalenti a un periodo per lo più compreso tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. La parte più consistente delle collezioni è costituita dal nucleo originario degli abiti tradizionali, sia maschili sia femminili, che provengono soprattutto dai paesi delle Barbàgie. Spiccano gli abiti da sposa e la pala a supra, l’elegante corpetto femminile nuorese di fine Ottocento che veniva indossato sopra il giubbetto ed era confezionato in tessuti preziosi come i broccati. Moltissimi sono poi gli accessori dell’abbigliamento come cuffie, copricapi, catenelle, bottoni e gemelli in argento. Di particolare interesse risultano anche repertorio di amuleti e i materiali tessili. Si segnala inoltre la sezione dedicata alle maschere tradizionali del Carnevale barbaricino nonché l’esposizione di pani festivi e cerimoniali e di dolci del Nuorese. Attualmente il museo è coinvolto in un vasto progetto di restauro e riqualificazione delle collezioni, comunque esposte in selezione tipologica. La sommità del colle di S. Onofrio, cui si perviene continuando oltre il museo lungo il viale omonimo, e superando l’ampio Parco pubblico trattato a giardini, offre un gran panorama sulla città, sul monte Ortobene e il Supramonte di Oliena.