Espone in sequenza cronologica e articolata per scuole la produzione di artisti operanti sul territorio dal '200 all'800. La Galleria occupa oggi oltre 4000 metri quadri di superficie.<br>Il percorso dedicato alla pittura e scultura inizia al terzo piano (sale 1-21), dove sono le testimonianze dal XIII al XV secolo, per proseguire poi al secondo piano (sale 22-40), che accoglie opere dei secoli XVI-XIX. La visita si apre dunque con la scultura duecentesca, testimoniata tra l'altro dalle cinque sculture di Arnolfo di Cambio, eseguite tra il 1278 e il 1281 per una scomparsa fontana pubblica. La pittura umbra prima dell'avvento di Giotto ha come protagonista il Maestro di S. Francesco (Croce, 1272); di grande rilievo anche il dossale del Maestro di Farneto (c. 1290) e il dossale di Vigoroso da Siena (1291). Tra le opere del '300, Madonna col Bambino di Duccio di Buoninsegna e il polittico di Montelabate, firmato da Meo da Siena verso il 1317. Di cultura giottesco-assisiate la tavola di Marino da Perugia, la vetrata (Crocifissione) di Giovanni di Bonino e le statue dei Santi patroni di Perugia attribuite ad Ambrogio Maitani; tra le altre, opere di Mello da Gubbio e del Maestro della Dormitio di Terni (Madonna col Bambino e angeli). Cospicua la presenza di artisti senesi come Luca di Tommè (polittico di Forsivo). Il gotico internazionale investe Perugia agli inizi del '400: Madonna col Bambino e angeli di Gentile da Fabriano, polittico di Pietralunga di Ottaviano Nelli (1404); già proiettato verso nuove tendenze è Lello da Velletri nella Madonna col Bambino e santi. Tra le grandi espressioni del rinascimento fiorentino, il polittico di S. Domenico del Beato Angelico e il polittico di S. Antonio di Piero della Francesca. Opera tra le più importanti della Perugia rinascimentale è la cappella dei Priori affrescata da Benedetto Bonfigli tra il 1454 e il 1480. Numerosi anche i dipinti di Bartolomeo Caporali e di Fiorenzo di Lorenzo per la scuola rinascimentale perugina.<br>Particolare rilievo assumono nel percorso espositivo le opere del Perugino, tra le quali la tavoletta (1473) facente parte della cosiddetta nicchia di S. Bernardino e il polittico di S. Agostino, capolavoro della maturità. Allievo del Perogino, il Pinturicchio è presente tra l'altro con l'imponente pala di S. Maria dei Fossi (1495-96). La pittura del '500 è documentata da autori locali come Domenico e Orazio Alfani, da Raffaellino del Colle e dal fiorentino Giovanni Battista Naldini. Il Seicento vede come protagonisti Ventura Salimbeni (La Vergine col Bambino e S. Giovannino), Orazio Gentileschi (S. Cecilia che suona la spinetta), Valentin de Boulogne (Noli me tangere e Cristo e la Samaritana al pozzo), Pietro da Cortona (Natività della Vergine); per il Settecento sono esposte opere di Sebastiano Conca e Pierre Subleyras e la bella pala di G.M. Crespi.<br>Nell'ambito del progetto espositivo sono incluse sezioni speciali dedicate a oggetti d'arte o collezioni particolari, quali l'ottocentesca collezione Rocchi con 240 «tovaglie perugine»; le oreficerie (calice e patera di Cataluzio da Todi) e gli avori provenienti dai musei civici perugini.