Si sale al museo dopo essere entrati nel cortile del Podestà dal portale accanto alla cappella di Piazza. (Il cortile, costruito nel 1535 e ripristinato nel ’900, dà accesso anche al Teatro dei Rinnovati, sala del Gran Consiglio destinata a teatro nel 1560 e rinnovata nel ’700).<br>La Quadreria espone dipinti cinque-settecenteschi, tra cui quattro scene di caccia attribuite a Philipp Roos (Rosa da Tivoli), opere di pittori senesi come Bartolomeo Neroni detto il Riccio, Alessandro Casolani, Vincenzo Rustici e Rutilio Manetti, e un grande mappamondo settecentesco di manifattura francese.<br>Dall’ottocentesca sala del Risorgimento, affrescata da artisti toscani tra cui Cesare Maccari e Amos Cassioli, si passa nella sala di Balìa, o dei Priori, interamente coperta di affreschi di Spinello Aretino e del figlio Parri (Episodi della vita di Alessandro III, 1407) e di Martino di Bartolomeo (Sedici Virtù, 1408).<br>Si prosegue nella sala dei Cardinali, con vari affreschi staccati dall’esterno del palazzo (interessante Ss. Caterina d’Alessandria, Giovanni e Agostino, attribuito ad Ambrogio Lorenzetti), e nella sala del Concistoro, con un portale in marmo di Bernardo Rossellino (1448) e sulle volte un ciclo di affreschi di Domenico Beccafumi (1529-1535).<br>L’anticappella, affrescata da Taddeo di Bartolo, custodisce antiche oreficerie come la splendida Rosa d’oro, dono di Pio II, e il quattrocentesco Elmo del Capitano del Popolo. Nel locale vicino si trova la Lupa senese che allatta i gemelli, opera quattrocentesca in stagno dorato di Giovanni di Turino.<br>La cappella, con un cancello in ferro battuto del 1437, ha all’interno uno splendido coro ligneo intarsiato di Domenico di Niccolò (1425-1436) e affreschi di Taddeo di Bartolo (Storie della Madonna, 1407). All’altare, Sacra famiglia con S. Leonardo del Sodoma.<br>La sala del Mappamondo, sede del Consiglio, è il cuore del palazzo. Alla parete sinistra spicca la celebre Maestà, affresco di Simone Martini (1315). Di fronte, Guidoriccio da Fogliano si reca all’assedio del castello di Montemassi, anch’esso di Simone Martini, al di sotto del quale è stato riportato alla luce un ulteriore affresco, attribuito a Duccio, Consegna di un castello a un rappresentante della Repubblica di Siena. Alla parete opposta, monogramma di S. Bernardino (1425) e opere di Lippo Vanni (Battaglia di Val di Chiana), Sano di Pietro (S. Bernardino), Vecchietta (S. Caterina da Siena) e Sodoma (S. Ansano e S. Vittore).<br>Nella sala dei Nove, alla parete di ingresso si trova il primo grande ciclo profano della pittura italiana, Effetti del Buon Governo in città e in campagna, realizzato da Ambrogio Lorenzetti tra 1337 e 1339 per il governo dei Nove; alla parete opposta, il Mal Governo e i suoi effetti.<br>La sala dei Pilastri espone opere due-quattrocentesche di scuola senese; spiccano la Strage degli Innocenti di Matteo di Giovanni (1482) e S. Michele arcangelo, vetrata attribuita al Lorenzetti.