L’edificio sede dell’istituzione fa da separazione tra le piccole piazza inferiore e piazza superiore di Pellicceria, alle quali rivolge i due ingressi contrapposti. Costruito dai Grimaldi nel 1593 e acquistato a metà Seicento da Ansaldo Pallavicino (coniuge di una Grimaldi), passò il secolo successivo agli Spinola, che lo ristrutturarono parzialmente. Nel 1958 fu donato dagli eredi allo Stato italiano unitamente all’arredo e alla ricchissima raccolta di opere d’arte che costituisce il nucleo omogeneo della Galleria nazionale, una delle maggiori gallerie pubbliche di Genova. Il palazzo – il cui apparato decorativo è dovuto per la prima fase a Lazzaro Tavarone (1614) e per la seconda a Sebastiano Galeotti, G.B. Natali e Lorenzo De Ferrari (1730-37) – è uno dei rari esempi superstiti della qualità abitativa delle grandi dimore genovesi e della ricca e raffinata composizione delle quadrerie che le arricchivano, l’una e l’altra rispettate dall’odierna sistemazione museale.<br>Gli ambienti del primo piano sono dedicati alla fase seicentesca del palazzo: nella decorazione (alterata nel ’700 dagli Spinola), è da notare l’uso a “trompe l’oeil” di variegatissimi marmi, che riprende all’interno il motivo della scomparsa facciata originaria, immortalata da Rubens nel suo libro I palazzi di Genova. Nel primo salotto: Adorazione dei pastori del Baciccio, due Paesaggi di Grechetto, Resurrezione di Cristo attribuita a Domenico Tintoretto e Gloria di S. Siro di G.B. Carlone. Nel secondo salotto, con cassettoni liguri del XVI-XVII secolo, Ritratto di Ansaldo Pallavicino di Anton Van Dyck, dipinti di G.B. Carlone e Ritratto femminile di Bernardo Strozzi. Al secondo piano, nel salone, Carità romana e Allegoria della pittura di Domenico Piola, Viaggio di Abramo del Grechetto, Allegoria della musica e Allegoria dell’Astronomia (o dell’Architettura) di Gregorio De Ferrari, Allegoria della Pace di Luca Giordano. Nel primo salotto desta interesse l’integrità della sistemazione voluta da Maddalena Doria Spinola, dove spicca l’imponente console con specchiera (1734) appositamente commissionata per la collocazione in cui ancora si trova. Il secondo salotto accoglie, alle pareti, Amor sacro e amor profano di Guido Reni, Apparizione di Cristo alle pie donne di Luca Cambiaso, Sposalizio della Vergine di Valerio Castello, Educazione della Vergine di Luca Giordano. Dipinti di pregio del terzo salotto sono Ultima cena di Giulio Cesare Procaccini e Vergine in preghiera di Joos Van Cleve. Infine si accede alla galleria degli Specchi, un ambiente concepito da Lorenzo De Ferrari (autore anche degli affreschi sulla volta) come un insieme unitario per pitture e decorazione a stucco.<br>Il terzo è quarto piano sono dedicati alla Galleria nazionale della Liguria, composta da dipinti e manufatti di arte decorativa acquisiti dallo Stato per incrementare la donazione Spinola, tra cui alcuni capolavori: Ritratto di Scipione Clusone del Tintoretto, Ritratto di gentildonna con figlio di Anton van Dyck, quattro Putti del Giambologna, la Giustizia scolpita da Giovanni Pisano per il monumento funebre di Margherita di Brabante, Ritratto equestre di Gio Carlo Doria di Pieter Paul Rubens, Ecce Homo di Antonello da Messina, la cornice di Filippo Parodi raffigurante il Mito di Paride. All’ultimo piano trova collocazione un nucleo di ceramiche comprendente i servizi da tavola lasciati dalle famiglie proprietarie del palazzo. Lungo il percorso si può accedere al mirador, camminamento sul tetto che offre belle vedute sulla città.