Racchiude argenti e tessili preziosi (XVI-XIX secolo) legati alle festività e al culto; una sezione ricostruisce, con oggetti, documenti, pannelli esplicativi, la storia e la vita delle comunità ebraiche veneziane. Si tratta di un museo diffuso, soprattutto perché include la visita guidata alle cinque sinagoghe – o, alla veneziana, Scuole – attorno alle quali si organizzavano le diverse ‘nazioni’ ebraiche, ciascuna con riti e istituzioni assistenziali ed educative proprie. Tre, incluse in edifici preesistenti, segnalate all’esterno solo dall’affiorare di piccole cupole o da serie di alte finestre all’ultimo piano, si trovano nel campo del Ghetto Nuovo: la Scuola Grande Tedesca (la prima istituita, nel 1528-29, rinnovata nel ’700), la Scuola Canton (1531-32, ma barocca d’aspetto) e la sobria Scuola Italiana (1575, rinnovata tra ’700 e ’800). Nel Ghetto Vecchio, sul campiello delle Scuole prospettano la Scuola Levantina, fondata nel 1538, rinnovata nel ’600 forse su progetto di Baldassarre Longhena, con magistrale decorazione lignea riferibile ad Andrea Brustolon; e la Scuola Spagnola, la più vasta e imponente, fondata verso il 1580 e ricostruita nella prima metà del ’600 (forse ancora con intervento del Longhena e allievi).