Il museo presenta un’esauriente rassegna della pittura aretina e toscana dall’alto medioevo fino all’800, e ha sede nel monumentale palazzo Bruni-Ciocchi, detto della Dogana. L’edificio era stato iniziato nel ’400, e ha un notevole cortile attribuito a Bernardo Rossellino, oltre che un giardino pensile d’impianto rinascimentale.<br>Al pianterreno sono esposte sculture del periodo compreso fra ’300 e il primo rinascimento, con tre Madonne già collocate sulle porte della cinta urbana trecentesca, una statua in terracotta policroma (S. Antonio abate) di Michele da Firenze, e una grande statua in pietra (S. Michele Arcangelo) ritrovata all’interno della Fortezza medicea.<br>Al primo piano sono notevoli le opere di Margarito d’Arezzo (Croce dipinta; Madonna in Trono), di Spinello Aretino (Pietà, dalla lunetta che decorava il portale del palazzo della Fraternità dei Laici) e di Parri di Spinello (Madonna della Misericordia), oltre a una testa di guerriero in marmo di Agostino di Giovanni (circa 1330), a oreficerie sacre e profane tre-cinquecentesche, ad avori tra undicesimo e quindicesimo secolo, ad arredi sacri.<br>Sempre al primo piano, altre sale espongono due tavole di Bartolomeo della Gatta con episodi della vita di S. Rocco, l’urna dei Ss. Lorentino e Pergentino (opera tardo-quattrocentesca di Niccolò di Giovanni da Sansepolcro), un cimiero da parata a foggia di drago in rame sbalzato e dorato della metà del ’400, oggetti in bronzo fra ’500 e ’700, maioliche – una delle collezioni più importanti d’Italia – di manifatture prevalentemente italiane tra ’400 e ’700, oltre a monete, sigilli e medaglie. Tra le maioliche spiccano un boccale in porcellana della seconda metà del ’500 con lo stemma Medici, un bacile cinquecentesco con il Ratto d’Europa, e una fiasca cinese del quattordicesimo secolo in porcellana dipinta e invetriata.<br>Nella galleria si trova un grande dipinto di Giorgio Vasari che rappresenta il Convito per le nozze di Ester e Assuero.<br>Al secondo piano, infine, dipinti dal ’500 (pala di S. Gerolamo, di Luca Signorelli ; stendardo di S. Rocco, di Vasari) fino all’800 (Cavalleggeri, di Giovanni Fattori; Zia Erminia, di Adriano Cecioni; vedute toscane di Telemaco Signorini).