Fu costruito da Luigi Vanvitelli per fare da cornice a una statua equestre di Carlo III di Barbone mai realizzata (il monumento al poeta che ora le da nome fu collocato nel 1872); ne ornano l'attico 26 statue allegoriche che rappresentano le virtù del sovrano. Nel nicchione centrale venne aperto nel 1861 l'ingresso al convitto nazionale Vittorio Emanuele II, ospitato nei locali dell'ex convento di S. Sebastiano, la cui chiesa è crollata nel 1939 e di cui restano invece i due chiostri (il più antico costituisce una rara testimonianza di arte romanico-gotica napoletana; l'altro è invece rinascimentale).