«Maggiore che alcun altro da privato cittadino insino a quel giorno fosse stato edificato». Così Niccolò Machiavelli definiva palazzo Pitti, che abbraccia su tre lati la sua vastissima piazza in accentuata pendenza.<br>I lavori di costruzione cominciarono nel 1458 sotto la direzione di Luca Fancelli, su commessa del mercante e banchiere Luca Pitti. È probabile però che il progetto originario – un geniale impianto a cubo perfetto, potenti bugne di pietra forte, tre portoni al piano terra, sette finestre ai due piani superiori – fosse di Filippo Brunelleschi.<br>Dopo la morte del committente, nel 1472, il palazzo rimase incompiuto, finché nel 1549 Cosimo I de’ Medici lo acquistò con l’intenzione di trasferire qui, da Palazzo Vecchio dove si trovava allora, la propria residenza e la corte medicea.<br>Nel 1558 Bartolomeo Ammannati iniziò gli ampliamenti e inserì finestre ‘inginocchiate’ nei due portali laterali. I lavori di allargamento della facciata, lunga 205 metri, si sono protratti per oltre due secoli, ma la sequenza modulare originaria è sempre stata rispettata, fino a creare l’attuale, grandiosa quanto armonica scenografia.<br>Dal portale centrale si entra nel cortile porticato (1558-70) di Ammannati, potente struttura dai marcati contrasti di luce. Poi, la visita del complesso si fonde con quella dei musei che ospita: al piano nobile la Galleria Palatina e gli Appartamenti Reali; al piano terreno e al mezzanino il Museo degli Argenti; al secondo piano la Galleria d’Arte moderna.<br>Rientra nel percorso museale il giardino di Bòboli, dove sono la palazzina della Meridiana, sede della Galleria del Costume, e il casino del Cavaliere con il Museo delle Porcellane.<br>Le carrozze e le berline di gala in uso a corte tra ’700 e ’800 sono in attesa di nuova sistemazione nelle ex scuderie medicee di Poggio a Caiano: le raccolte del Museo delle Carrozze si possono quindi visitare soltanto a richiesta.