Nella campagna a est di Tarquinia, la distesa di tombe ipogee della necropoli copre un arco cronologico che spazia dalla metà del sec. VI a.C. all'età ellenistica. Le tombe visitabili, benché prive delle suppellettili originarie, presentano grandissimo interesse per le decorazioni pittoriche; infatti nessun'altra necropoli etrusca conosciuta è altrettanto ricca di pitture, che costituiscono un eccezionale documento della vita civile, delle arti, dei costumi, delle credenze del popolo etrusco e dei suoi rapporti commerciali, specie con la Grecia. Nel 2004 la necropoli dei Monterozzi è stata dichiarata dall'Unesco «Patrimonio dell'Umanità».La storia degli scavi della ricca necropoli non ha una vera e propria data di inizio; alcune scoperte casuali, avvenute nel XV sec., ne resero nota l'esistenza e sembra poi che, più tardi, Michelangelo ne traesse ispirazione per il suo lavoro. Nel sec. XVIII l'interesse si accrebbe a tal punto che veniva dato inizio ad una sistematica esplorazione che portò al recupero di ricche suppellettili ma anche al successivo abbandono dei sepolcri e dei loro dipinti; nella seconda metà dell'800, un cultore tarquiniese, il Dasti, affiancato da un grande archeologo, W. Helbig, riprese le esplorazioni, che fruttarono un gran numero di preziose scoperte; nel 1958 ebbe inizio la grandiosa campagna di ricerche promossa dallo Stato Italiano, avvenuta in stretta collaborazione con il Politecnico di Milano.I soggetti ai quali si ispirano gli ignoti decoratori etruschi hanno per tema per lo più i giochi funebri, i banchetti, le danze, tutti motivi del resto desunti dalla vita reale e connessi alle cerimonie celebrate in onore del defunto. Al carattere essenzialmente decorativo delle pitture più antiche e delle composizioni desunte dal repertorio mitologico greco si contrappone il gusto per soggetti desunti dalla vita reale che risulta elemento determinante nel corso del VI secolo; questo realismo, che ha pochi riscontri nell'arte greca, si richiama all'Oriente ed in particolare ai dipinti funerari dell'Egitto; successivamente, nel IV-III secolo a.C., la profonda crisi politica ed economica si riflette in una visione dell’oltretomba più cruda e spietata e compaiono soggetti più tetri dove mostruosi protagonisti e scene di dolore divengono la nota predominante.Si segnalano, tra le tombe più significative, la tomba dei Tori (seconda metà sec. VI a.C.) con l'agguato di Achille a Troilo, quelle degli Auguri* (fine VI) con scene di combattimento, del Barone* (VI-V) con scene rituali (notevoli il flautista e i cavalieri), della Caccia e della Pesca (c. 530), Cardarelli (c. 500) con scene di danza, dei Giocolieri (c. 530-520), delle Leonesse (c. 530) con danzatori e danzatrici, dei Leopardi (sec. V) con figure di musicanti, dell'Orco (IV-III) con divinità grecizzanti, e degli Scudi (pure del sec. IV-III a.C.).