Fu eretto al tempo di Domiziano per ricordare le vittorie riportate da Vespasiano e Tito sugli Ebrei e culminate nella distruzione di Gerusalemme; incorporato durante il Medioevo nelle fortezze dei Frangipane e isolato in parte sotto Sisto IV, venne liberato totalmente nel 1821 da Giuseppe Valadier, che ne completò in travertino le parti mancanti. A fornice unico con colonne scanalate di ordine composito e rivestito di marmo pentelico, è ornato nel fregio esterno, a figure tozze in altissimo rilievo, dalla pompa trionfale, nell'arcata da due rilievi (nel pannello destro, il corteo trionfale che precede l'imperatore portando come bottino di guerra le spoglie del tempio di Salomone; in quello sinistro la quadriga imperiale, guidata da una Virtus, porta Tito accompagnato da una Vittoria in atto di coronarlo) e nel mezzo è ornato dalla volta a cassettoni dall'Apoteosi di Tito. Mentre il piccolo fregio riprende la tradizione dell'altare dell'Ara Pacis Augustae, nei due pannelli si realizza una spazialità che dà risalto al rilievo (non vi si distinguono gli usuali piani diversi di rappresentazione) e che anima le figure che sembrano seguire l'evolversi della scena.