Nella verde cornice del territorio di Piazza Armerina, la villa, per la magnificenza dei suoi mosaici policromi e l'ottimo stato di conservazione in cui sono giunti fino a noi, rappresenta la più importante testimonianza della civiltà romana in Sicilia, oggi tutelata come bene dell'umanità dall'Unesco. Gli scavi, intrapresi nel 1929, hanno portato alla luce la fastosa villa patrizia del IV secolo d.C., che si stende su tre livelli per una superficie di circa 3500 metri quadri, composta da oltre 40 ambienti quasi tutti pavimentati a mosaico policromo. Dal 2006 al 2012 la villa è stata sottoposta a lungo e radicale intervento di restauro e di trasformazione delle strutture conservative, con la sostituzione delle vecchie coperture in plexiglas da parte di più leggere strutture in legno, che in parte ricostruiscono la volumetria dell’edificio originale. La visita segue il percorso obbligato delle passerelle (accessibili anche alle persone con difficoltà motorie), che sormontano il piano dei mosaici. Oltre l'ingresso, sulla destra si può notare la grande latrina collettiva a esedra, mentre a sinistra si delineano le terme, articolate in differenti corpi di fabbrica con diverse funzioni: a sinistra si riconoscono i praefurnia, dove si scaldava l'acqua per l'impianto. Quindi si entra nella sala ottagonale del frigidarium, con mosaici che raffigurano Scene marine con Nereidi, Tritoni e amorini entro barche nel vano centrale e Scene di bagno in alcune nicchie. Seguono il tepidarium e i calidaria, dove si può capire come funzionassero gli impianti di riscaldamento. Dal vestibolo quadrangolare si accede al peristilio rettangolare, che conserva colonne marmoree corinzie e i mosaici a medaglione con Teste di animali. Mosaici con animali che si inseguono anche sul pavimento della latrina, cui si accede da un cortile scoperto. Con il pianerottolo della scala, anch'esso ornato da un mosaico, inizia un'infilata di stanze che presentano mosaici per lo più geometrici. Di queste, la più notevole è la stanza della Piccola Caccia. Percorrendo il lato sud del peristilio rettangolare si raggiunge l'andito che introduce al peristilio ellittico. Sul lato più corto del portico si apre il triclinium, grande sala da pranzo triabsidata, in cui la decorazione pavimentale tratta, con accenti drammatici, il tema mitologico delle Fatiche di Ercole. L’acquedotto portava l'acqua a un castellum Aquae, una grande cisterna quadrangolare da cui partiva l'erogazione nei vari ambienti della villa. La struttura ottagonale che si vede avanti è una latrina, con mosaico a motivi vegetali. Il lungo corridoio aperto verso il peristilio attraverso un colonnato è denominato ambulacro della Grande Caccia perché il mosaico del suo pavimento rappresenta un safari africano; nel pavimento musivo delle absidi che lo limitano all'estremità, due personificazioni di Province (a destra l'Arabia e a sinistra l'Armenia). Tra le stanze a sud dell'ala orientale, dalle quali ci si affaccia sulla diaeta di Orfeo, è notevole la stanza delle Dieci Ragazze per l'eleganza stilistica il pavimento della stanza, con dieci fanciulle in succinto costume simile al moderno bikini. Negli appartamenti privati i bei mosaici presentano una notevole varietà di temi, tra cui il raro motivo della Leggenda di Ariane nel pavimento dell'atrio porticato.