La loro fama li precede, quelli di Marrakech sono infatti i suq più estesi del Marocco. Intricata e compatta, la loro topografia non è di immediata comprensione per un occidentale, ma è proprio la loro esoticità a essere attraente e a incantare. Labirinto di viuzze, dedalo di colori, profumi e odori, qua bisogna lasciarsi guidare dalle suggestioni personali e dalle atmosfere, rispolverando l'uso della contrattazione che, dimenticato in Europa, qui è un vero e proprio rito. All'imbocco di rue Suq Smarine si aprono le botteghe dei mercanti di stoffe. Più avanti, in place Rahba Kedima, vetrai e speziali le cui bancarelle propongono un'infinita varietà di ingredienti e oggetti per riti magici, culti popolari e guarigioni. Da questa animatissima piazzetta si raggiungono i mercati più vari: quello della lana, dei tappeti e quello dedicato alle pelli di montone. Un vicolo porta al suq Zrabia: oggi vi si tiene l'asta dei tappeti ma qui, fino al 1912, si compravano e vendevano schiavi. Proseguendo lungo Suq el-Kbir si incontrano i gioiellieri e, più avanti, l'antica kaysaria, un tempo deposito per le merci preziose. L'odore del cuoio segnala che ci si sta avvicinando al suq Cherratine e, vicino, botteghe di venditori di babbucce e il suq del rame, riconoscibile dal rumore di martelli. Poco oltre, il suq Chouari, con le sue gerle e ceste in fibra di palma. Affascinante il suq dei Tintori, con le matasse colorate appese ad asciugare fuori dalle botteghe che offrono uno spettacolo variopinto e sempre nuovo.