La basilica di S. Restituta cui si accede dalla navata sinistra del Duomo, è di fondazione costantiniana (IV secolo); a cinque navate su colonne, fu trasformata in età angioina con la creazione di cappelle nelle navate estreme e la demolizione delle campate prossime alla facciata. Nell'abside, l'affresco romanico (Deesis) è in parte ridipinto; l'aspetto barocco dell'interno risale al restauro successivo al terremoto del 1688, quando stucchi e apparati scenografici servirono anche a mascherare gli interventi strutturali sulle antiche mura. Nella navata sinistra si apre la cappella di S. Maria del Principio ornata da un raffinato mosaico (Madonna e i Ss. Gennaro e Restituta) firmato da Lello da Orvieto e datato 1322; sulle pareti laterali, due lastre scolpite (storie di S. Giuseppe ebreo e storie di Sansone, S. Gennaro e altri santi) del XIII secolo. Dalla navata destra si entra nel battistero (S. Giovanni in Fonte), risalente agli anni tra la fine del IV secolo e gli inizi del V, a pianta quadrata e con splendidi mosaici coevi (anche se parzialmente perduti, sono tra i più importanti esempi d'età paleocristiana rimasti nel Meridione). Dal fondo della navata sinistra della basilica si scende a un'area archeologica che si apre in parte sotto la basilica di S. Restituta, dove si osservano strutture databili dall'età greca a quella romana e all'alto medioevo.