L'austero, compatto palazzo venne costruito da G. B. Cavagna nel 1597-1605 per combattere l'usura e aiutare, anche per mezzo dell'istituto del pegno, che forniva prestiti di denaro senza interesse, prigionieri insolventi e cittadini in difficoltà. L'impronta architettonica e decorativa dell'istituto di assistenza e della chiesa costruita all'interno del cortile si rifà ai dettami devozionali della Controriforma, con un solenne atrio su pilastri che inquadra in fondo al cortile la cappella della Pietà. Quest'ultima rappresenta uno dei complessi più significativi e meglio conservati dell'arte a Napoli nel passaggio tra Cinquecento e Seicento. Sulla facciata, sculture di Pietro Bernini e Michelangelo Naccherino (1601) raffiguranti la Pietà (a centro del timpano) e, nelle nicchie ai lati del portale, le allegorie della Carità e della Sicurtà. Nell'interno, affreschi di Belisario Corenzio dedicati al tema della Passione di Cristo tra stucchi dorati e dipinti di Ippolito Borghese e Gerolamo Imparato; nell'antisagrestia, monumento Acquaviva di Cosimo Fanzago. Ben conservate la sagrestia e la sala delle Cantoniere, così chiamata per la presenza di quattro meravigliosi mobili in legno intagliato, dorato e dipinto, di gusto rococò, inseriti in una leggera decorazione a trompe-l'oeil che incornicia, alle pareti, i ritratti dei regnanti Carlo di Barbone e Maria Amalia di Sassonia. In alcuni ambienti sul fianco destro del cortile, recentemente restaurati e con affreschi attribuiti a Belisario Corenzio e Battistello Caracciolo, è esposta la collezione del Banco di Napoli, che raccoglie dipinti, arredi e oggetti d'arte sacra dei secoli XVII e XVIII.