È un pezzo di Firenze trapiantato nel cuore di Napoli questa chiesa che, venne fondata nel 1411 e fu tra le favorite dalla corte aragonese. Se infatti la facciata e caratterizzata dal rivestimento in piperno di due cappelle che serrano un arco catalano (nell'atrio, tomba dell'architetto Domenico Fontana), nell'interno spiccano tre cappelle rinascimentali dalle schiette forme toscane, dovute agli stretti legami della corte aragonese con quella medicea, alla presenza di artisti toscani o all'acquisto di opere d'arte a Firenze. La cappella Piccolomini, a sinistra dell'atrio, è puntuale replica di quella del cardinale di Portogallo nella chiesa fiorentina di S. Miniato al Monte; vi sono la tomba di Maria d'Aragona (Antonio Rossellino e Benedetto da Maiano) e, sempre di Rossellino, la Natività e santi sull'altare. Nella cappella Terranova, a destra dell’atrio, Annunciazione e santi di Benedetto da Maiano. In fondo alla navata sinistra, la cappella Tolosa, attribuita a Giuliano da Maiano, richiama i modi brunelleschiani della Sagrestia vecchia e accoglie tondi robbiani e affreschi (Cristoforo Scacco). Tra le opere più importanti della chiesa, che costituiscono un vero e proprio museo della scultura napoletana dei secoli XV-XVI, si segnalano: in controfacciata, a destra l'altare Ligorio di Giovanni da Nola; a sinistra l'altare Del Pezzo di Girolamo Santacroce. A destra del presbiterio si apre il vasto oratorio del S. Sepolcro, in cui è il celebre gruppo in terracotta del Compianto di Cristo di Guido Mazzoni (1492), formato da otto statue a grandezza naturale che, secondo la tradizione, rappresenterebbero proprio i sovrani aragonesi; alle pareti affreschi (Storie bibliche) di Pedro Rubiales. Da qui si passa nella Sagrestia vecchia, già refettorio, splendido ambiente con volte affrescate (1544) da Giorgio Vasari e aiuti e, alle pareti, tarsie lignee di fra' Giovanni da Verona, già nella cappella Tolosa.