Aggrappata alle pendici del monte Consolino, fu costruita nel X secolo su un poggio isolato, come katholicón, chiesa principale di un monastero o di un cenobio di eremiti basiliani, è un edificio interamente in mattoni, con tre absidi e cinque cupolette dai tamburi cilindrici, di cui la centrale più alta delle altre, che ricorda certi edifici sacri del Peloponneso, ma anche dell’Armenia e dell’Anatolia. L’impianto, a croce greca iscritto in un quadrato, segue un modello tipologico a quicunx, dove gli elementi architettonici si dispongono come il numero cinque sulla faccia del dado, diffusissimo in area bizantina e introdotto in Calabria probabilmente dalla Grecia o dall’Asia Minore. Tema fondamentale della costruzione è l’equivalenza delle parti: il quadrato di pianta risulta suddiviso dai sostegni interni in nove quadrati uguali, le tre absidi che emergono dal lato orientale sono di uguale dimensione e le cinque cupole che coronano l’edificio hanno tutte lo stesso diametro. Nell’interno, quattro colonne provenienti da più antichi monumenti e con capitelli rovesciati individuano la croce greca iscritta nel quadrato, secondo i più tipici schemi bizantini. Nelle absidi e alle pareti si notano tracce di affreschi, alcuni di poco posteriori alla fondazione della chiesa, altri più tardi (secoli XIII-XV). Una colonna reca una croce incisa con un’iscrizione in greco, mentre su un’altra è stata scoperta un’iscrizione in arabo databile all’XI secolo. Dal piazzale che precede la Cattolica una stradina scende ai ruderi del vecchio convento delle Clarisse, un tempo uno degli edifici più importanti del paese.