Nell’ex convento dell’Olivella dei padri filippini, un tempo annesso alla chiesa di S. Ignazio, è allestito uno dei più importanti musei archeologici d’Italia per vastità e qualità delle raccolte. Dell'istituzione, chiusa per restauro dall’estate del 2011, ci limitiamo dunque a fornire una sommaria descrizione del patrimonio conservato, in attesa della sua ricollocazione nel nuovo allestimento, prevista entro il 2016. Particolare importanza riveste il complesso di sculture provenienti da Selinunte: dalle stele gemine raffiguranti coppie di divinità, realizzazioni plastiche di artisti indigeni di influsso punico ed ellenistico, ai frammenti architettonici in pietra e terracotta dipinta provenienti dai templi - splendide le tre metope del tempio C e le quattro metope del tempio E. Altrettanto importanti le grondaie a testa leonina che ornavano il tempio della Vittoria di Himera (V secolo a.C.). Una collezione etrusca, proveniente da Chiusi, annovera cippi sepolcrali decorati a rilievo, numerose urne funerarie in pietra, terracotta e alabastro, con l’immagine del defunto sul coperchio, sarcofagi, urne cinerarie, vasi di terracotta e bucchero. Le raccolte dei bronzi si dividono in piccoli (statuette di eroi greche, etrusche, romane; specchi; oggetti votivi) e grandi: fra questi l’ariete da Siracusa, opera di mirabile potenza realistica, e il gruppo di Ercole che abbatte un cervo, da Pompei, di epoca romana. Si conservano inoltre collezioni preistoriche, di ceramica greca, di mosaici e affreschi romani, di oreficeria e numismatica. Tra i reperti di archeologia subacquea spicca una delle più complete raccolte di ancore esistenti.