Palazzo Fantini è lo splendido risultato dell'accorpamento di alcuni fabbricati secenteschi nobilitati, attorno alla metà del Settecento, con la costruzione di una facciata in stile barocchetto toscano commissionata dai proprietari, i fratelli Fantini: il 3 maggio 1753 vennero benedette le fondamenta e, con la posa della prima pietra, le cantonate frontali. Risalgono invece al secolo successivo le decorazioni liberty, testimonianza della grande cura e dell'amore della famiglia - tuttora proprietaria - per la propria residenza. Il giardino, realizzato intorno ai primi dell'Ottocento, è sopraelevato rispetto al palazzo. È chiuso da un alto muro di cinta e vi si accede attraverso una gradinata che segue un'ampia muratura di sostegno, affiancata da agavi, hoste e aspidistre. Adagiato su una collina, si compone di diversi settori: il giardino all'italiana, con bordure di Stachys lanata - detta anche orecchie di agnello o di coniglio - di bosso e di sassifraga, ricco di begonie, dalie e iris di vari colori, di aiuole con rose antiche e ortensie, di ninfee in vasca; il parco, ricco di gruppi di lecci, ippocastani, cedri del Libano e dell'Atlante, agrifogli, querce, larici, tigli, acacie, robinie, intervallati da prati fioriti, con margherite, viole, primule, ciclamini, rododendri, camelie e maonie secondo le stagioni. Nella zona più alta, infine, si trova il giardino roccioso con vialetti appartati, scalinate e muretti, secondo uno stile tipicamente ottocentesco e inglese. Di particolare interesse, il Museo della civiltà contadina, sorto di recente in seguito al recupero di tutti i fabbricati, degli strumenti e dei macchinari un tempo impiegati nella tenuta agricola che faceva capo al palazzo. Il museo offre al visitatore un interessante panorama sulle attività un tempo svolte nell'ambito della tenuta agricola. Diviso in vari settori, raccoglie strumenti e macchinari destinati alla coltivazione del grano e della barbabietola, all'allevamento del baco da seta, alla lavorazione e alla conservazione del vino, alla produzione e alla tessitura della canapa, attrezzi per l'uccellagione, utensili per l'allevamento di animali da cortile, arnesi per buoi e cavalli e, per concludere, antichi mezzi di trasporto, quali calessi, carri e slitte. Vi sono inoltre spazi idonei a ospitare manifestazioni culturali, musicali e conviviali. Tali iniziative sostituiscono l'ormai cessata attività produttiva della tenuta e dell'annessa fattoria, un tempo operose nell'allevamento del baco da seta, nella lavorazione della canapa, nella produzione di vino e di legname, nella cernita del grano e nella cura delle scuderie.