Un immenso trapezio definito da una quinta di edifici porticati e dal fondale della basilica di S. Marco, col campanile che fa da cardine e, alle sue spalle, la piazzetta che apre la visuale verso il mare: piazza S. Marco è la ‘piazza’ per antonomasia, irripetibile ambiente urbano e superba sintesi di un millennio di storia e cultura della città. Oggi vi si raccoglie il flusso di visitatori che viene a Venezia da tutti i Paesi del mondo. Ed è anche palcoscenico del celeberrimo Carnevale, che dal cuore marciano si irradia con feste e spettacoli in tutta la città.<br>Intorno al sito, già scelto per la fondazione della chiesa del primo patrono san Teodoro (nell’attuale piazzetta dei Leoni), nel IX secolo si aprirono le fabbriche del Palazzo Ducale e della nuova cappella dogale – futura Basilica – con ciò definendo funzione e futuro del luogo. Allora, e per secoli, la piazza fu un prato di modesta estensione, definito a ovest da un canale (il rio Batario) e da una chiesa (S. Geminiano). Alla fine del XII secolo il rio fu interrato, la chiesa demolita e ai due lati del più ampio spazio sorsero nuove costruzioni: a nord, le prime case dei procuratori di S. Marco, riunite in un’unica facciata con portici, e a sud l’edificio anch’esso porticato di un ospizio. Nel secolo successivo la piazza ebbe il selciato a spina di pesce e così la vide nel 1365 Petrarca, cui apparve incomparabile a ogni altra. Nel ’500 si ricostruirono le Procuratìe Vecchie, si cominciò a edificare sul fronte opposto le Nuove, il Sansovino liberò il Campanile dagli edifici addossati e – dopo la Libreria eretta su piazzetta S. Marco – diede nuova impronta monumentale alla piazza. Si alzarono allora anche i tre pili bronzei per le bandiere, di fronte alla Basilica. Nel 1722 Andrea Tirali rifece la pavimentazione con gli attuali masegni, le pietre in trachite che selciano tutta Venezia; a partire dal 1810 fu infine edificata l’Ala napoleonica in luogo della chiesa di S. Geminiano, già ricostruita dal Sansovino. Ancora oggi, alla piazza e ai suoi edifici si continua a lavorare per conservarne la bellezza. Il disegno complessivo degli spazi, la loro articolazione e la fusione di forme e di stili – dal bizantino-gotico della Basilica al neoclassico dell’Ala napoleonica – si colgono bene nella visione dall’alto, dalla terrazza della Basilica stessa o ancora più su, dal campanile di S. Marco.