La strada più celebre della Roma moderna (venne aperta nel 1886-89) per gli alberghi, i caffè, i negozi di lusso, la “Dolce Vita”; ma anche quella urbanisticamente più felice per l'ampiezza e l'arredo verde del tracciato, e soprattutto per lo snodarsi in discesa, da porta Pinciana a piazza Barberini, con due ampie curve in corrispondenza delle quali si collocano gli episodi architettonici più significativi. Alla prima curva di via Veneto spicca l'appariscente soluzione d'angolo in curva sormontata dalla cupola dell'albergo Excelsior (Otto Maraini, 1905-1908), s'individua poi a sinistra il nuovo palazzo Boncompagni o Piombino, noto anche come palazzo Margherita in quanto fu residenza della regina madre, che oggi ospita l'ambasciata degli Stati Uniti d'America: Gaetano Koch, del cui cinquecentismo è l'opera più emblematica, lo eresse (1886-90) per il principe Rodolfo Boncompagni Ludovisi in sostituzione del palazzo Piombino in piazza Colonna, di cui riprese, in forme più auliche e 'corrette', l'impostazione e lo stile, con la principale variante dell'ingresso unico, a triplice arcata e balcone su colonne. La curva di via Veneto è qui assecondata dal prospetto, che annuncia il passaggio dal déco al «Novecento» monumentale, dell'albergo Ambasciatori (Marcello Piacentini, 1924-26; gli affreschi nel salone sono di Guido Cadorin); l’angolo con via Bissolati si caratterizza per la presenza del palazzo della Banca Nazionale del Lavoro (1936), solido e severo secondo l'ultimo stile littorio. Il tratto successivo dell'alberata via Veneto è qualificato dall'ex albergo Palace (N. 62; Carlo Busiri Vici, 1900-1902), classicheggiante ma con sentori liberty nel loggiato centrale, e dal neobarocco, ma stilizzato, palazzo dell'INA di Carlo Broggi (N. 89; 1925-28), cui segue il palazzo del Ministero dell'Industria, Commercio e Artigianato, già delle Corporazioni, che Marcello Piacentini e Giuseppe Vaccaro realizzarono nel 1928-32 in tufo e travertino con un massiccio aspetto militaresco. Alla fine dell'isolato occupato dall'albergo Majestic (N. 50; Gaetano Koch, 1896), la scalinata di via di S. Isidoro risale le pendici sud del Pincio.