La via pedonale che parte da piazza Cavour in direzione del fiume Noncello è la spina dorsale del borgo medievale: lunga oltre 600 metri, ha un andamento curvilineo che invita a passeggiare al riparo dei portici<br>che la fiancheggiano. Un tempo, con il nome di Contrada maggiore, congiungeva le due porte cittadine principali: la Porta de soto (o Furlana), verso il fiume, e la Porta de sora (o Trevisana), presso piazza Cavour,<br>entrambe abbattute nell’Ottocento.<br>La vita e il potere della Pordenone antica sono tuttora ben visibili nella sequenza delle dimore delle famiglie più insigni; non palazzi monumentali, ma case che si inseriscono in modo omogeneo nel profilo della via, differenziandosi per le facciate affrescate o per i balconcini o per soluzioni decorative personalizzate. Al N. 10 è casa Simoni, la più antica (XIII secolo), con finestrelle gotiche trilobate che affiancano lo stemma cittadino; al N. 44 il maestoso palazzo De Gregoris (XVIII secolo); al N. 45, all’angolo di via del Mercato, palazzo dei Capitani (XV secolo); al N. 52 palazzo Mantica Cattaneo (XVI secolo), con affreschi in facciata di soggetto mitologico attribuiti al Pordenone; appena dopo, al N. 56, palazzo Montereale Mantica (XVIII secolo), con interni misurati negli spazi ma fastosi e raffinati nella decorazione barocca.<br>Adiacente al corso, in vicolo delle Mura, si trovano resti delle mura medievali e si ha una veduta dei lati posteriori dei palazzi di corso Vittorio Emanuele, con giardini che si affacciano su una delle rogge cittadine sopravvissute alla copertura; in quest’area Gino Valle ha progettato il moderno Centro direzionale (1977-82).