La via fu aperta nell’800 ma la vocazione commerciale di questa trafficata arteria affonda le radici nel medioevo. Già allora qui erano insediate botteghe di ogni tipo, e alcuni commerci hanno lasciato traccia nei nomi dei vicoli intorno: come via Armorari, via Cappellari, via Speronari e via Orefici. Oggi è piena di traffico e di negozi. Il sabato, l’intenso e affollatissimo viavai diventa fiumana di struscio giovanile. Dietro le quinte dei palazzi, però, via Torino nasconde tracce della Milano medievale e rinascimentale, antiche chiese e aristocratiche residenze. Poco oltre lo slargo di piazza S. Maria in Beltrade si trova il corpo cilindrico del civico tempio di S. Sebastiano. La chiesa fu fatta erigere dalla cittadinanza per adempiere a un voto formulato durante la peste del 1576. È l’esito incompiuto di un progetto di Pellegrino Tibaldi. Alle spalle del tempio scorre in via Valpetrosa n. 5 si può curiosare in un bel cortile quattrocentesco: è quello della casa dei Grifi: la dimora di un’antica famiglia milanese, in seguito adattata ad albergo, e poi a casamento popolare. Il bel cortile ha un portico quattrocentesco, decorato con ritratti in bassorilievo di terracotta. Quasi al termine di via Torino, c’è palazzo Stampa di Soncino (ingresso da via Soncino). Il palazzo ha un’imponente facciata ottocentesca, ma era stato costruito già nel ’500. La bizzarra torretta che lo corona è sovrastata da due colonne che reggono l’aquila bicipite e il globo imperiale. Fu l’omaggio, in segno di sottomissione, del nobile Massimiliano Stampa a Carlo V imperatore alla morte dell’ultimo duca Sforza, Francesco II, nel 1535. Accanto, valgono una digressione via dei Piatti – con un bel cortile rinascimentale al n. 4, e il sei-settecentesco palazzo Brivio-Sforza al n. 9 – e la strettissima via Bagnera, il cui nome è legato alla memoria di efferati delitti commessi intorno a metà ’800: il ‘mostro di via Bagnera’ fu un serial killer milanese che anticipò di qualche decennio la fama londinese di Jack lo Squartatore.