Il Parco archeologico di Suasa è posto lungo la valle del Cesano, ai lati della strada di fondovalle che collega la costa agli Appennini, che costituiva anche in epoca romana l'arteria principale della città romana. Il municipium di Suasa, poco conosciuto mediante le fonti antiche, costituiva tuttavia un centro importante della valle, a vocazione soprattutto commerciale e a servizio di un vasto territorio agricolo. Anche se non ancora scavato nella sua completezza, l'antico abitato appare stretto e lungo, chiuso ai margini fra il corso del fiume Cesano a ovest e le basse colline a est, ai piedi delle quali, alla fine del i sec. d.C., fu costruito un vasto anfiteatro (m 98 x 77), uno dei più grandi della regione, capace di accogliere diverse migliaia di spettatori. Lungo la strada principale della città si allungava per circa 100 metri, con forma rettangolare, il Foro commerciale. Di esso è stata scavata meno della metà, ma la struttura originaria è già comprensibile: una grande piazza, delimitata da strade ortogonali, e fiancheggiata su tre lati da vaste botteghe e laboratori bordati da portici a pilastri. Più completo è il panorama sull'edilizia privata: sono attestate strutture abitative sin dalla metà del ii sec. a.C. Il complesso residenziale più ricco e più noto della città è la domus dei Coiedii (una ricca famiglia senatoria di Suasa), la cui utilizzazione va dal ii sec. a.C. al v sec. d.C. Estesa su una lunghezza di circa 100 metri e larga 33, si affacciava lungo l'asse viario principale della città ed era dotata di una serie di prestigiose sale, riccamente decorate. Passerelle sopraelevate, che guidano la visita, consentono di ammirare i vari ambienti, impreziositi con mosaici e intarsi marmorei pavimentali e pitture murarie. La visita al parco archeologico si completa con il Museo civico archeologico Città romana di Suasa, ospitato presso il palazzo Livia Della Rovere a Castelleone di Suasa, al cui interno sono esposti alcuni preziosi reperti della città romana, tra cui la testa di Augusto e gli affreschi della domus patrizia. Le pitture parietali, rivelano una stretta affinità con le decorazioni murali appartenenti al quarto periodo pompeiano e costituiscono uno dei rari esempi di decorazione pittorica tardo imperiale delle Marche