Il fiume Alcàntara, così chiamato dagli arabi perché si attraversava mediante un ponte di pietra presso Calatabiano (al-Qantarah significa appunto «il ponte»), nasce sui Nèbrodi e viene alimentato da una sorgente alle falde dell'Etna, poco sopra Randazzo, e dalle fiumare di Castiglione e di Francavilla. Il fiume segna in buona parte il confine fra la provincia di Messina e quella di Catania, e la cucitura fra il grande cono lavico dell'Etna e le formazioni calcareo-marnose dei Peloritani. In tempi anteriori alla colonizzazione greca, l'eruzione del cratere Moio, situato sul versante settentrionale dell'Etna, aveva prodotto una enorme colata lavica che arrivata fino al mare aveva formato il capo Schisò; col tempo il fiume si è insinuato in questa colata scavando una profonda e pittoresca incisione e liberando, verso la fine del suo percorso, due alte pareti di basalto: le gole dell'Alcàntara. Esse sono raggiungibili a piedi o in ascensore e il letto del fiume è percorribile per un tratto di 150 m, munendosi di stivaloni di gomma o di vere e proprie mute (stante la bassa temperatura dell'acqua) che si affittano sul posto. Le gole sono una delle zone più affascinanti del Parco fluviale dell'Alcàntara.